Teschio Waffen-SS Totenkopf da Cappello (Schirmmütze) Ingrandisci

Teschio Waffen-SS Totenkopf da Cappello (Schirmmütze)

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Novità

Teschio da berretto delle Waffen-SS (Totenkopf), emblema distintivo montato frontalmente sotto l’aquila sui berretti a visiera SS (Schirmmütze). Simboleggiava il sacrificio e la fedeltà fino alla morte. Introdotto nel 1934 e impiegato fino al 1945, fu prodotto in varie versioni, in argento o zinco, con due alette posteriori pieghevoli.

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Dettagli

1. Origine e funzione storica

Il simbolo del teschio (Totenkopf) ha una tradizione araldica e militare in Europa anteriore al XX secolo; nella Germania del XX secolo fu adottato in forme diverse sia da formazioni paramilitari sia da reparti con specifiche tradizioni, e divenne parte dell’iconografia delle SS come elemento distintivo delle uniformi, in particolare sulle coppe da servizio (Schirmmütze) e sulle pattine di alcuni colletti. Nella pratica d’uso il Totenkopf sulla visiera segnalava appartenenza e funzione dell’unità piuttosto che costituire un premio o una decorazione.  

2. Materiali e processi produttivi

I modelli prodotti tra la fine degli anni ’30 e l’inizio della guerra mostrano una variazione significativa dei materiali: pezzi “pre-war” di qualità più elevata furono spesso realizzati in Cupal (una lega a base rame-alluminio) o in alluminio nichelato, successivamente si passò a leghe a basso costo come lo zinco con placcature argentate. Le differenze nei materiali influiscono su peso, colorazione di base (ramata per Cupal, grigiastra per zinco) e sulla tenuta della placcatura nel tempo; le superfici originali presentano spesso argentatura elettrolitica. I metodi produttivi includevano stampa e formatura di lastra, successiva cesellatura e finitura a mano o meccanica, con foratura per i prigionieri di fissaggio o saldatura/attacco di linguette per i modelli più antichi.  

3. Marchiatura, produttori e codici RZM

Durante il periodo di produzione regolamentata molte fabbriche che fornirono elementi metallici alla macchina normativa nazional-socialista furono identificate tramite i codici RZM (Reichszeugmeisterei). Esempi frequenti nella documentazione di collezionismo sono il codice M1/52 (Deschler & Sohn, Monaco) e 499/41 (Fritz Zimmermann, Stoccarda) per Totenkopf da visiera; i contrassegni sono spesso in rilievo sul retro delle fabbrichette. Il riconoscimento del codice e della piattaforma produttiva è uno degli elementi tecnici principali utilizzati per la datazione e l’autenticazione.  

4. Varianti tipologiche e caratteristiche morfologiche

Le varianti principali si distinguono per: forma del cranio (nasale più o meno aperta, dentatura marcata), forma e posizione delle ossa incrociate, tipo di prigionieri di fissaggio (doppia linguetta piatta, perno rotondo, staffe a U), tipo di finitura (argentata più o meno spessa, nichelatura), presenza o meno del marchio RZM sul retro, dimensioni e curvatura compatibili con la fascia della visiera. Alcune tipologie “tardo-guerra” mostrano semplificazioni produttive (es. dettagli meno definiti, materiali più fragili). Esempi concreti e confronti tipologici sono documentati in cataloghi e database specializzati.  

5. Metodi di fissaggio e segni d’uso

Il Totenkopf per Schirmmütze è in genere applicato sul nastro frontale (Stirnband) della visiera; i sistemi di montaggio più comuni sono due alette inclinate o perni fissati attraverso il tessuto del nastro e piegati o avvitati sul retro con rondelle o linguette saldate. Segni diagnostici di autenticità includono i fori di fissaggio originali e la corrispondenza tra usura della placcatura e usura del tessuto circostante; interventi di restauro moderno presentano spesso saldature o riempitivi non coerenti.  

6. Autenticazione: criteri tecnici

Per stabilire l’autenticità si analizzano: metallografia e peso relativo (Cupal vs zinc), marcature RZM o del produttore, stile e morfologia confrontata con esempi certi, segni di invecchiamento coerenti (patina, perdita di placcatura, corrosione localizzata), qualità delle punzonature e della fattura, coerenza delle alette di fissaggio con le pratiche produttive note per il periodo. Esami specialistici (es. spettrometria X-RF, analisi dei rivestimenti) forniscono riscontri materiali non-distruttivi utili all’attribuzione.  

7. Provenienza, mercato e note legali

I riferimenti museali e di archiviazione documentano la presenza di Totenkopf nelle collezioni istituzionali; il reperimento tramite mercati privati e aste è stato oggetto di catalogazione specialistica. In alcune giurisdizioni (ad esempio la Germania) l’uso pubblico e la circolazione di simboli riconducibili ad organizzazioni dichiarate incostituzionali è regolato e può essere proibito o limitato ai soli contesti di ricerca, didattica o esposizione storica secondo la normativa vigente. Chi tratta, studia o commercia reperti dotati di simbologie estremiste deve rispettare le normative locali e le prassi museali di contestualizzazione.  

8. Conservazione e restauro (linee tecniche)

La conservazione prevede controllo della corrosione, stabilizzazione delle placcature, pulizia meccanica leggera solo quando necessaria e immobilizzazione delle alette per evitare stress sul metallo. Interventi invasivi (rimodellamento, ri-placcatura totale) compromettono l’informazione storica e la valutazione diagnostica per l’autenticazione; la prassi museale raccomanda trattamenti reversibili e documentati. 

Scheda tecnica

Larghezza28.10 mm
Lunghezza29.60 mm
Spessore1.30 mm
Peso5.8 gr
MaterialeZama, Ottone

Fregi da Cappello